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RECENSIONI DI NEW YORK TIMES e MUSICAL AMERICA 2010
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ALCUNE RECENSIONI IN
VERSIONE ITALIANA
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«...É
sorprendente sentire un pianismo che è certamente virtuoso, ma anche così
profondo e generoso. Cerebrale egli lo è sicuramente, ma il suo modo di suonare
cela una vera sensibilità musicale.» (Michelle Worms, La lettre du musicien:
musiques, Nov. 1998)
«...Cominciare
un recital con il Klavierstück XI di Stockhausen e terminarlo con gli Studi
Sinfonici di Schumann testimonia una certa audacia ... La dimostrazione è stata
probante. Tra Stockhausen e Schumann Busoni assicurava una transizione di
abbagliante evidenza. Magnifico suono, nuances sapientemente dosate con
l’intelligenza di colui che conosce il profondo significato delle opere e ne
mette in luce l’architettura: queste qualità sono proprie di un interprete
fuori dal comune» (Jean Roy, Le Monde de
«...Questo virtuoso si impone soprattutto per la
varietà della sua tavolozza sonora, la concentrazione della sua esecuzione, e
il suo modo di evidenziare le architetture musicali – quest’ultima qualità era
particolarmente apprezzabile negli Studi Sinfonici di Schumann.» (Paris 17/10/1998 AFP YB/dpn)
«...Certamente non a tutti è dato di dominare,
come fa Fabio Grasso, la monumentale Sonata op. 106 “für das Hammerklavier” di
Beethoven, e di esaltarne la maestà, la profondità, la poesia.» (Nice matin,
28/10/1996)
« … Col suo linguaggio
sottile dalle sagge dissonanze, i suoi bassi brumosi e i suoi acuti talora
folgoranti, le sue sapienti nuances nelle risonanze, La danza segreta di Maeve
di Fabio Grasso è sicuramente una pagina contemporanea di grande valore! … Nel
Carnaval di Schumann Fabio Grasso si rivela un artista completo, che
eccelle nell’esaltare la varietà dei colori di quest’opera, ma è anche attento
alle sue più segrete confessioni. Da un sottile, continuo lavoro sulle
sfumature, sui climi e sui chiaroscuri scaturisce un’interpretazione che è
costantemente affascinante!» (Denis Lustenberger, Les dernières nouvelles
d’Alsace, 13/7/2000)
«… Il
suono di Fabio Grasso si trasforma in acqua, aria, luce, puro colore teso
conoscitivamente verso l’Assoluto … Particolarmente suggestiva la prima
esecuzione del brano Blumentraum, composto dallo stesso artista. Le rifrazioni
oniriche, ispirate a Jean Paul e alla poetica schumanniana, riescono qui a creare
un mondo personale ove echi espressionisti, le intuizioni freudiane, i
simbolismi di impressionistica memoria si fondono tra loro restituendo un suono
sospeso, senza forza gravitazionale, animato da improvvise vibratilità
cangianti.» (Letizia Michielon, Il Gazzettino di Venezia, 4/7/2006).